La mostra di Paul Cézanne (1839-1906) in corso a Milano fino al 26 febbraio 2012 è una pausa di emozione e colore in un grigio pomeriggio invernale.


L’allestimento, curato dal critico d’arte Rudy Chiappini (già direttore del museo d'arte moderna di Lugano) con la collaborazione di Denis Coutagne  (curatore del museo Granet di Aix-en-Provence), è uno dei migliori e più gradevoli visti a Palazzo  Reale:  pannelli chiari e leggibili, citazioni autografe tratte dagli scritti di Cézanne, foto e videoriproduzioni dell’atelier e del giardino della casa paterna di Jas de Bouffan.

La quarantina di opere esposte, provenienti dai più grandi musei internazionali (il Musée d’Orsay  di Parigi, la National Gallery di Washington, il Tate di Londra, l’Hermitage di San Pietroburgo solo per citarne alcuni), è un compendio dell’arte di Cézanne che ci conduce in un percorso cronologico a partire dalla pittura giovanile (Quattro stagioni)  fino alla maturità dei paesaggi provenzali en plein air, alla plasticità delle nature morte ed alle ultime delicate composizioni ad acquerello del primo Novecento.

L’artista trascorse quasi tutta la sua esistenza nella piccola Aix-en-Provence nella fucina creativa del suo studio.
I protagonisti della sua pittura sono piccoli oggetti della realtà quotidiana, personaggi anonimi e paesaggi della natura (in primis la montagna Sainte Victoire), resi eccezionali dalla sua luminosa e particolare percezione del colore.