Son reduce da un memorabile viaggio in Giordania, nato sotto i migliori auspici, dato che son partita in stato di grazia con la benedizione degli amici più cari e munita di cornetto scaramantico ricevuto in dono. Niente mi riempie di stupore e di entusiasmo come la visione delle opere d'arte create dalla natura, il cui estro e varietà superano di gran lunga l'immaginazione e l'ingegno umano. 

La Giordania con Petra (1),  il deserto di Wadi Rum (2), le gole del Wadi Mujib e la depressione del Mar Morto (3), è un museo a cielo aperto e né le parole né le immagini rendono giustizia di ciò che resta impresso negli occhi e nel cuore del viaggiatore.  
Wadi Rum
Non mancano poi i siti archeologici e le antiche vestigia, castelli del deserto arabi e crociati e luoghi come Jerash (4), salvaguardati e valorizzati in modo esemplare, tanto da offrire una lezione di conservazione del patrimonio culturale.

Se a tutto ciò si aggiunge la proverbiale e generosa ospitalità giordana, il clima secco e gradevole in quasi tutti i posti, eccetto nel Dead Sea (5), la cucina gustosa, l'eccellente organizzazione turistica, nonché la facilità di comunicazione, data la diffusa conoscenza dell'inglese, è impossibile non godersi il soggiorno e la vacanza. 
PetraTrovandomi in loco in pieno Ramadan, pensavo di avere qualche limitazione nel pranzo, invece casomai ho avuto il problema contrario ovvero quello di contenere l'appetito di fronte a tante leccornie salate e dolci. La cucina giordana mescola l'essenzialità beduina alle influenze mediorientali e si avvale dell'ottima produzione di verdura e frutta coltivata nella valle del Giordano. Impossibile non lecarsi i baffi gustando gli onnipresenti hummus (salsa di ceci condita con olio e aglio, succo di limone e prezzemolo) e mtabbal (una specie di puré di melanzane), le insalate di verdure con yogurt e formaggio, il riso con carni succulente e non ultimi i deliziosi dolci con miele e frutta secca.

Parlando delle persone, in genere molto gentili e mai invadenti, mi ha sorpreso vedere i beduini dotati di cellulare e pannelli solari, ma ancora autentici e legati alle loro tradizioni.  
Coniugare il progresso con il rispetto delle proprie origini, mi sembra l'obiettivo più importante e riuscito nello sviluppo di un paese: in Giordania credo si  muovano in tale direzione. Il Regno Ashemita di Giordania del resto rappresenta una peculiarità nel mondo arabo per la sua mentalità aperta, la promozione della scolarizzazione e della cultura, la conservazione dei beni culturali e la tutela dell'ambiente (6), perché nessuna vera democrazia può esistere senza combattere l'ignoranza.

Last but not least vorrei ringraziare Ibrahim Semrin, la guida locale, che con orgoglio e competenza ci ha mostrato il meglio del suo paese, dando un senso compiuto alla mia visita.


(1) Su Petra è stato detto e scritto di tutto e di più. Segnalo un vecchio articolo del 1888 , "Four days in Petra / William Butler Ogden" in Journal of the American Geographical Society of New York, vol. 20 (1888), pp. 137-152 disponibile su http://archive.org/details/jstor-196757
Rimando inoltre a http://www.visitpetra.jo/ ed in particolare a http://www.visitpetra.jo/Petra/NearbyHistoricLocations.aspx#all

(2)
cfr. http://www.wadirum.jo/
(3) cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/Dead_Sea
(4)
Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Jerash
(5)
Sul Mar Morto a 400 metri sotto il livello del mare, in pieno luglio effettivamente sembra di stare in forno. Me la sono cavata con 38 gradi: neanche male considerando che in piena estate le temperature possono raggiungere anche i 49 gradi.
(6) Numerose sono le riserve naturali istituite in Giordania: ad esempio i parchi di Dana, Wadi Mujib, Azraq Shaumari, Ajloun
cfr. http://www.rscn.org.jo/orgsite/RSCN/HelpingNature/ProtectedAreas/tabid/91/Default.aspx